Nel mese di settembre abbiamo lanciato un sondaggio per conoscere lo stato dell’arte delle implementazioni BIM in azienda. Ecco quanto è emerso.
Il campione intervistato è composto per la maggior parte da Progettisti (60%) e il resto suddiviso in egual misura tra Committenti, General Contractor, Consulenti e Gestori. Circa le dimensioni e il volume d’affari delle aziende prese in considerazione, si va da un range che parte da 1-10 addetti (46%) con un fatturato fino a 500 K€/anno, fino alla fascia da oltre 50 addetti (30%) con un fatturato maggiore di 5 M€/anno.

Il campione è poi suddiviso in percentuale nelle varie discipline. Preponderante l’architettonica, con il 43% degli intervistati, e a seguire quella strutturale (24%) e impiantistica (19%). Un restante 14% riguarda invece la disciplina infrastrutturale e del Facility Management. Una variabile importante da considerare è anche il periodo di tempo a partire dal quale le aziende hanno iniziato a usare il BIM.

Considerata la recente adozione del metodo dal nostro governo con il DM 560/17, l’implementazione del BIM avviene in maniera ancora molto frammentaria. Si considera il range da uno a tre anni, con un 10% del campione che dichiara di non aver adottato il metodo. Una percentuale omogenea rappresenta invece il ruolo assunto in azienda dai profili intervistati. Il 35% dichiara di ricoprire il ruolo da BIM Specialist, il 10% da BIM Coordinator e il restante 30% da BIM Manager. Il 25% dichiara invece di ricoprire altri ruoli diversamente inquadrati.

In quale fase del BIM ritieni di essere in questo momento?
Una delle domande più suggestive che abbiamo posto è relativa alla fase in cui le aziende ritengono di trovarsi in questo momento. Riteniamo infatti importante conoscerla per capire e misurare il livello di coinvolgimento e di difficoltà che le aziende stanno sperimentando, prima di raggiungere la fase che chiamiamo “Zen”. Abbiamo infatti usato un modo simpatico per chiederlo, enfatizzando la componente emotiva più che quella razionale, cercando anche di sdrammatizzare un po’… Ecco le risposte:


Cosa si evince? Beh come vedete il quadro è abbastanza variegato… e questo può dare l’idea del momento di grande fermento in cui ci troviamo! Rileviamo infatti chi ha appena capito che il BIM è un’opportunità da cogliere al volo, e non vede l’ora di iniziare, e chi, a percorso avviato, inizia a scontrarsi con le prime difficoltà. Così come è normale il senso di scoraggiamento che arriva dopo una prima fase di entusiasmo e di test fallimentari, è altrettanto riscontrabile che una buona percentuale delle aziende, superate le iniziali difficoltà, dichiara di aver finalmente trovato quella fase di equilibrio (“Zen”) in cui finalmente si sperimentano tutti i vantaggi del BIM.
Ma quanto costa all’azienda implementare il BIM?
Valutando una serie di parametri, quali l’acquisto delle licenze, la formazione e il tutoraggio, lo sviluppo dei processi e gli standard, abbiamo chiesto di provare a identificare una cifra “pro capite” da investire per singola risorsa aziendale. Ecco quanto è emerso.

Da una media generale risulterebbe una spesa di circa 3.5K/€ a persona
Interessante notare come non esista un dato omogeneo cui aggregare una stima economica. La percezione dei costi, infatti, varia in funzione di molte variabili ancora difficili da tracciare. Il dato medio generale non sembra comunque discostarsi molto dalla realtà. Se tuttavia consideriamo che il BIM richiede un costante aggiornamento dei processi e delle tecnologie usate, è opportuno ricondurre questi costi ad una prima fase di start-up dell’implementazione.
Che impatto ha sull’azienda l’adozione del metodo nel suo complesso?
La voce “costo” non è la sola da prendere ovviamente in considerazione durante l’adozione del BIM. Il metodo ha un impatto anche su altre aree, caratterizzate principalmente dal contesto in cui le aziende operano. Risulta infatti opportuno che ogni azienda segua un percorso personalizzato sulla base del proprio segmento di mercato. Questo fenomeno può essere valutato in termini di “rischi” collegati all’implementazione. Cosa ne pensano le aziende sui principali aspetti da noi proposti? Ecco come hanno risposto alla domanda: quanto impattano in termini di rischio i seguenti aspetti nell’implementazione del BIM?

Il grafico evidenzia che gli aspetti che impattano maggiormente sono quelli economici, la conoscenza e il rispetto delle normative, e l’applicazione dei processi BIM. Da notare due aspetti particolarmente critici, relativi al coordinamento dei fornitori “interni” ed esterni, e il tema spinoso del change management. Come detto più volte, la resistenza al cambiamento è uno dei tempi più complessi da gestire nell’adozione del BIM.
Cosa ne pensano le aziende sui ritorni dell’investimento?
Abbiamo parlato della fase in cui il campione intervistato dichiara di trovarsi, dei costi dell’investimento e delle principali difficoltà riscontrate. Ma qual è la percezione del ROI atteso? Interessante analizzare le risposte relative alla domanda: Quanto ritieni probabile che si possano ottenere i seguenti vantaggi a un anno dal completamento dell’implementazione BIM?

Se comprensibilmente è valutato poco probabile un rientro dell’investimento già nel primo anno, diverso è il discorso relativo al valore del brand aziendale. Investire nella digitalizzazione è oggi una strategia fondamentale per rimanere competitivi su un mercato che cambia ad una velocità impressionante. Da qui la percezione che il BIM rappresenta non solo un asset aziendale ma anche uno strumento per efficientare la gestione della commessa e la redditività collegata. Stesso discorso vale per l’aumento della customer loyalty, indicatore fondamentale per garantirsi una lunga permanenza sul mercato. Il dato più interessante risulta infine essere l’incremento delle opportunità di business. Il BIM infatti viene ormai unanimemente riconosciuto come lo strumento che consente di accedere a nuovi segmenti di mercato e nuove opportunità di crescita aziendale.
Quanto è importante il supporto di un consulente per l’implementazione del BIM in azienda?
Ci stiamo accorgendo che l’innovazione tecnologica e la conseguente digitalizzazione dei processi aziendali, richiede competenze specifiche e molto puntuali, che spesso l’azienda non ha. L’approccio al BIM presuppone oltre alla conoscenza di software, processi, standard e best practice, anche il rispetto di normative settoriali che spesso non sono ancora metabolizzate. Quindi per una buona parte degli intervistati, il supporto più o meno costante di un fornitore che conosca il BIM e lo abbiamo utilizzato da anni sulla propria pelle, sembra una strada obbligata. Se non altro per evitare dispersioni di tempo o di intraprendere strade che conducano a esiti imprevisti.

Solo il 12% delle aziende intervistate ritiene che non sia necessario il supporto di un consulente
Dal grafico si nota come quasi il 90% degli intervistati ritiene necessario avvalersi del supporto di personale competente considerata anche la complessità della materia. Una parte di questo campione condiziona poi l’opportunità del supporto esterno ad una comprensibile sostenibilità economica dell’investimento.
Nel prossimo futuro il BIM sarà adottato da tutta la filiera?
Molto interessante infine le risposte alla domanda in questione. Se per certi aspetti la risposta pare scontata, è interessante approfondire le ragioni di chi ritiene confermato l’assunto solo in parte. La metà degli intervistati ha infatti dato una serie di motivazioni sul perché il BIM si diffonderà solo in parte, che riportiamo di seguito in ordine di importanza.

Solo il 10% delle aziende intervistate ritiene che il BIM non si diffonderà nella filiera delle costruzioni
- Resistenza al cambiamento (38%)
- Elevati costi di implementazione (31%)
- Scarsa preparazione dei general contractor e loro fornitori (15%)
- Tempi elevati per il cambiamento (8%)
- Estrema frammentazione del mercato (8%)
Un riepilogo dei consigli ricevuti dalle aziende intervistate…
Chiudiamo l’analisi con un elenco di suggerimenti molto preziosi che arrivano direttamente da chi da più o meno tempo ha iniziato a fare i conti con il BIM!
- Non rimandare l’implementazione
- Essere aperti al cambiamento
- Farsi affiancare da veri esperti del settore
- Non focalizzarsi solo sui software
- Conoscere prima i processi e poi i software
- Fare formazione continua
- Non spaventarsi alle prime difficoltà
- Ottenere un deciso coinvolgimento della direzione
- Programmare l’implementazione con ritorni di medio lungo termine
Conclusioni
Cosa ci dicono i dati riportati? Sicuramente che implementare il BIM presuppone una valutazione più ampia e articolata di una semplice formazione sul software. Che per adottarlo è necessario avere le idee chiare sugli obiettivi e sulla strategia necessaria per raggiungerli. Che, inoltre, come tutti i cambiamenti, è indispensabile possedere un’adeguata apertura mentale, attrezzandosi per gestire le normali resistenze culturali che si incontreranno lungo il percorso. Questo percorso, che abbiamo visto avere dei momenti di difficoltà, sarà più fluido se tracciato insieme al supporto di consulenti esperti, che hanno testato prima e più volte l’implementazione del metodo nelle aziende. Mettiamo quindi in conto che, se vogliamo veramente sperimentare tutti i vantaggi del BIM, non possiamo farlo in pochi mesi, ma in un periodo ben più lungo. Siamo di fronte ad una forma di innovazione che investe gran parte dei processi primari dell’azienda, e che ci consentirà di rimanere competitivi in un mercato che sta sperimentando una trasformazione unica nel suo genere.
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