Con l’aumento della domanda di modellazione degli immobili esistenti a partire da rilievo con scanner 3D e nuvola di punti, sta aumentando l’offerta del servizio di Scan to BIM da parte di modellatori con un background molto variegato: dal progettista esperto BIM al semplice operatore scanner che propone anche il servizio di modellazione.
Questo articolo è rivolto in particolare ai progettisti in possesso di competenze di modellazione BIM ma che non hanno ancora affrontato lo specifico aspetto della restituzione da nuvola di punti.
I 5 punti chiave
Dando per scontato il rispetto delle regole che siamo abituati a seguire nei processi di progettazione BIM, ovvero gli scopi e gli usi del modello, l’organizzazione dei modelli, i tempi e le responsabilità della modellazione, i LOD, i sistemi di nomenclatura e classificazione etc., abbiamo individuato 5 punti chiave che caratterizzando il servizio di Scan to BIM.
Vediamo quali sono.
1. Stabilire un livello di dettaglio grafico
Il livello di dettaglio grafico è storicamente legato ai limiti della produzione cartacea degli elaborati grafici. Chi di noi ha disegnato con matita e squadre (per non allontanarmi verso i pennini a china su lucido e tecnigrafo) conosce per esperienza il limite minimo di un oggetto che può essere rappresentato con due linee: 0.5 mm. Questo significa che lo spessore di un infisso (dimensione reale circa 5 cm) non può essere rappresentato con due righe in scale minori di 1:100: già al 200 le due righe avrebbero distanza teorica di 0.25 mm, non disegnabile! Ciò implica che se nel modello ho definito che il livello di dettaglio grafico è di 5 cm (in scala reale), tutto ciò che è una misura intermedia deve essere arrotondato ad una delle sue misure: 0 vs 5. In termini parametrici farò un roundup/rundown.
2. Stabilire un livello di tolleranza geometrica
Al contrario, la tolleranza geometrica è il limite massimo di approssimazione che possiamo consentirci di adottare: tutti sappiamo che per tre punti passa un piano, ma se di punti ne abbiamo mille o diecimila quale piano scegliere? Dipende dalla tolleranza geometrica ammessa, ovvero quale scarto di errore sono disposto a tollerare.
L’approssimazione e la semplificazione sono due operazioni importanti che al momento sono affidate alle competenze umane del progettista, anche secondo la prossima regola.

3. Dare priorità alla coerenza geometrica
Definita la prima regola, secondo cui un muro sarà modellato in quanto le sue dimensioni minime (spessore) sono maggiori dei 5 cm (livello di dettaglio grafico), e definita la seconda (tolleranza) che mi consente di rappresentarne lo spessore simbolicamente da 10 cm anche se non sono sicura che sia da 11 o 9 cm, posso “scegliere” la sua posizione, secondo questa terza regola.
Se ho un muro allineato al pilastro è più importante dare coerenza geometrica e quindi mantenere l’allineamento filo pilastro – filo muro che non gestire il centimetro in più o in meno della misura netta del locale e creare un piccolo dentello dove nella realtà (o nelle foto sferiche) non c’è. Questa regola è ben nota a chi si è già cimentato in restituzioni in CAD o a mano!
4. Dare priorità di allineamenti agli assi principali
Questa regola riguarda soprattutto Revit: i piccoli disallineamenti rispetto agli angoli notevoli possono creare dei bug nel file. Vi sarà capitato ad esempio di creare una room (locale) all’interno di una stanza delimitata da pareti storte o con piccoli dentelli. In questo caso spesso possono verificarsi errori di calcolo nella superficie o volume del locale (room). Quindi meglio evitare muri, pilastri ed altri oggetti (specialmente “room bounding”) leggermente storti, dove possibile, e seguire gli allineamenti principali del progetto piuttosto che avere una maggiore “precisione”, visto che non possiamo essere sicuri dell’esattezza della posizione di un punto al di sotto di una certa soglia, e quindi della rotazione di un allineamento al di sotto del grado intero. Ricordiamo che la nuvola di punti spesso è un montaggio dell’esito dei singoli “scatti” e che non è così semplice collegare la poligonale e “chiudere” un rilievo, soprattutto per spazi chiusi molto ampi e con geometrie complesse.
5. Condividere e aggiornare un diario di bordo
Usate One Note condiviso, un ppt su Dropbox, una bacheca di Trello, insomma, via libera alla fantasia sulle modalità, ma non perdete traccia delle decisioni che prendete quotidianamente modellando: oggi vi sembrano ovvie, ma fra sei mesi ve le ricorderete tutte? Secondo la nostra esperienza è molto importante collezionare immagini, anche semplici screenshot organizzati, per avere del buon materiale di partenza per creare un manuale d’uso del modello. Perché il BIM è comunicazione, e se state modellando un edificio esistente pensate che lo state facendo per un progettista, per l’impresa che dovrà realizzarlo e per un gestore, che dopo di voi si occuperanno di quell’edificio lungo tutto il suo ciclo di vita. Quindi la qualità della struttura del database che voi oggi state creando è fondamentale. Fatelo con cura e siate generosi!
Un piccolo trick finale…
La regola d’oro del BIM: procedere per successive approssimazioni!
Non pretendete di modellare tutto subito ma analizzate l’edificio e scomponetelo nelle sue matrici geometriche, cominciate a tirare linee di dettaglio per fare ipotesi e poi piani di riferimento, griglie e livelli. Questo vi aiuterà a comprendere a fondo la logica architettonica e, oltre ad arricchire il vostro modello di informazioni, arricchirà anche voi.
Enjoy BIM!
Arch. Gaia Romeo