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Implementare il BIM: gli errori da evitare

Implementare il BIM in azienda è ormai diventato inevitabile e non più procrastinabile.

Ma da dove iniziare? Qual è il percorso migliore in termini di efficacia, costi e tempi?

Avendo supportato aziende di dimensioni e tipologie differenti nell’implementazione del BIM abbiamo capito che chi svolge le attività rispettando la corretta sequenza e una pianificazione serrata raggiunge risultati migliori rispetto a chi approccia il BIM a spizzichi e bocconi.

Generalmente, il più delle aziende acquistano hardware, licenze software, corsi di formazione standardizzati dove in poche giornate ricevono una notevole – forse eccessiva – quantità di informazioni che difficilmente riusciranno ad assimilare. Perché?

Per due motivi.

Primo, perché non serve quasi mai conoscere completamente un software.

Inutile sforzarsi di memorizzare una gran mole di comandi che poi non verranno utilizzati nella propria quotidianità. È fondamentale personalizzare il più possibile la formazione, non solo sul tipo di attività svolta dall’azienda, ma anche sul ruolo che ognuno dei partecipanti ricopre all’interno del BIM team.

Secondo, perché spesso non basta conoscere un unico software.

La collaborazione e centralizzazione del dato ci porta sempre più a condividere la nostra attività con una comunità di operatori (non solo progettisti), ognuno conoscitore del proprio tool. Quindi lo sforzo sarà semmai di testare quelle parti di di workflow finalizzate a rendere interoperabile lo scambio dati in modo da mantenerli integri e disponibili a tutti, e non quello di imparare ogni volta un nuovo software.

E quali sono quindi gli errori da evitare?

Ne elenchiamo alcuni:

  • Seguire un corso di formazione “full immersion” apprendendo indiscriminatamente tutte le funzioni di un unico software, e non avendo un progetto reale su cui applicarlo immediatamente
  • Acquistare licenze software senza avere una idea precisa di come quello strumento interagirà con gli altri già in uso (interoperability test)
  • Non definire gli obiettivi a breve e medio termine, i punti di controllo (Milestone) e il ritorno dell’investimento
  • Pensare che il BIM si esaurisca con la modellazione tridimensionale del progetto
  • Scegliere un consulente privo di una specifica esperienza BIM, messa in pratica nel settore di riferimento, come ad esempio nell’attività di progettazione

Qual è secondo noi il percorso più efficace?

Riassumiamo i principali step:

  • Analizzare i principali workflow attualmente in uso, con i relativi software e le competenze degli operatori (Assessment)
  • Capire come ridefinire i processi in ottica BIM e pianificare la formazione per step, orientando la transizione agli obbiettivi strategici aziendali (BIM Adoption Plan – BAP)
  • Avviare percorsi mirati e reiterati di formazione sul progetto, selezionando le persone e le relative attività di competenza, raccogliendo i risultati per monitorare ed affinare il BAP, ampliando il gruppo di lavoro nell’ottica del miglioramento continuo suggerito dalle best practice internazionali (BIM Guideline)
  • Ottenere la certificazione del Sistema di Gestione BIM in conformità alla PDR UNI 74/19, e delle competenze del proprio team in base alla PDR UNI 78/20, può risultare un ottimo investimento di marketing e che favorisce l’aumento di competitività

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Buona lettura!

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