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BIM nella Pubblica Amministrazione: intervista al Comune di Cologno

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Intervista alla Dirigente del Servizio Lavori Pubblici, arch. Paola Perego.

La Giunta Comunale, consapevole del cambiamento digitale che interesserà le stazioni appaltanti pubbliche, ha voluto anticipare i tempi dettati dal DM 560/17 in merito alla introduzione obbligatoria del BIM nella Pubblica Amministrazione. L’introduzione consentirà di sperimentare i vantaggi di realizzare la progettazione utilizzando nuovi metodi e tecnologie.

Isegno ha ricevuto l’incarico dal Comune per la progettazione strutturale e impiantistica del restauro e parziale riqualificazione di Villa Citterio. Dell’intervento, lo Studio Oggioni & Associati ha seguito la parte architettonica.

La nostra azienda ha voluto approfondire alcuni aspetti con l’arch. Paola Perego, Dirigente del Servizio Lavori Pubblici, che ha intrapreso il percorso innovativo del BIM.

Perché il Comune di Cologno ha scelto di realizzare il progetto con modalità BIM?

Abbiamo scelto l’approccio al BIM non solo per testare in anticipo un metodo che presto diventerà obbligatorio, ma anche per condividere con lo staff tecnico l’interesse personale e professionale per temi innovativi. Infatti, sebbene dipendente pubblico, ho sempre avuto uno sguardo rivolto all’esterno delle stanze comunali, sia per comprendere l’andamento del mercato, che per interpretare le esigenze e le difficoltà dei colleghi nell’operare con la PA. Per esempio, il nostro comune è stato uno dei primi nel 2013 ad adottare la piattaforma telematica per la presentazione delle istanze edilizie. Tale obbligo negli anni passati riguardava solo il SUAP del commercio. Negli anni seguenti ho prescritto la stessa modalità a tutti i settori dell’area tecnica – compresi patrimonio, politiche abitative e urbanistica. Allo stesso modo dal prossimo anno saranno toccate dalle medesime adozioni anche i lavori pubblici, per poi concludere con l’ambiente e l’ecologia.

In tale contesto anche il BIM dovrà trovare un suo spazio, anche se sono convinta che serviranno diversi anni per poterlo assimilare in modo corretto, data l’attuale assenza di specifiche competenze interne e della strumentazione hardware e software dedicata. La vera sfida per il futuro è sicuramente implementare le professionalità all’interno della pubblica amministrazione, altrimenti una buona innovazione resterà confinata per anni prima di trovare un diffuso utilizzo.

Quali vantaggi avete riscontrato?

In tutta onestà non sono ancora in grado di testimoniare con certezza i vantaggi riscontrati. Trattandosi di una prima esperienza, è opportuno avere il tempo di metabolizzare e confrontare gli esiti del lavoro. Inoltre, non abbiamo ancora testato l’impatto che il progetto BIM avrà sul cantiere. Sicuramente posso confermare una migliore rappresentazione progettuale grazie alla grafica tridimensionale. Analogamente posso testimoniare una maggiore quantità e qualità dei dati reperibili dal modello informativo rispetto al metodo progettuale tradizionale.

Pensate di continuare per questa strada anche prima di rientrare nella soglia obbligatoria prevista dal DM 560/17?

Se i presupposti sono questi, ci piacerebbe che diventasse anche prima dell’obbligo normativo una consueta prassi interna.

Naturalmente, sappiamo che per avere un ruolo attivo nella filiera digitale abbiamo bisogno innanzitutto di richiedere questo tipo di progettazione nei nostri bandi, ma anche di dotarci delle competenze e infrastrutture necessarie. Il tutto allo scopo di garantire una corretta e consapevole gestione dell’intero iter.

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